domenica 3 luglio 2016

HORTULUS

di Marino Moretti


Io non odo i miei passi sul tappeto
d’erba su cui m’aggiro
contenendo il più piccolo respiro
come per cura d’essere discreto.
Ricordare è qui dolce. Ogni fil d’erba
potrebbe ricordare
ché molto sa. Quante memorie care
questo stretto recinto anche ci serba.
Qui si può amare e il crisantemo e il verme
e il vaso della menta,
l’ultimo cespo e la corolla spenta,
la foglia secca e le fogliette inferme.
Esser qui sempre come un’ombra, come
un’indistinta forma di passante;
restare fra le piante
non più di un’ombra, che, fra tante, ha un nome.




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