venerdì 17 giugno 2011

ALZA LE TUE BRACCIA


di Juan Gelman

Alza le tue braccia,
esse racchiudono la notte,
scioglile sulla mia sete,
tamburo, tamburo, mio fuoco.
Che la notte ci copra con una campana,
che suoni soavemente ad ogni colpo dell'amore.
Seppelliscimi l'ombra, lavami con la cenere,
toglimi dal dolore, puliscimi l'aria
voglio amarti libero.
Tu distruggi il mondo affinché questo accada
tu dai inizio al mondo affinché questo accada.

 

2 commenti:

  1. Che intensità in questi versi!
    Questo invito ad alzare le braccia, non solo ad aprirle: è più che accoglienza ed abbraccio e inno alla vita e tensione infinita.
    Tu distruggi il mondo: i suoi simboli, le sue realtà oggettive, i suoi limiti, il suo dolore.
    Tu dai inizio al mondo: alla libertà, alla musica, alla luce, alla verità, all'amore.

    Ciao Carla, buon fine settimana

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  2. Ciao Rita. Penso anch'io che l'alzare delle braccia, non più come mani usate come protezione di sé stessi, sia più dell'accoglienza, è una resa. Totale e incondizionata.
    Un bel canto d'amore.
    Buon fine settimana anche a te.

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